Calcio, Scommesse & Covid: Quali Consueguenze?


Il calcio italiano annovera 4,6 milioni di praticanti, 1,4 milioni di tesserati e da lavoro direttamente a circa 40 mila persone.

Il calcio italiano registra un fatturato annuo di circa 4,5 miliardi e genera un indotto economico di oltre 18 miliardi di euro l’anno. Esso rappresenta il terzo settore economico italiano per investimenti, dopo il settore pubblico e le istituzioni finanziarie.

Numeri importanti, che confermano l’importanza del sistema calcio nel nostro Paese.

Dai dati dal famoso portale Sisal (per registrarsi su Sisal Matchpoint clicca qui) non si tratta soltanto dello sport più popolare e rappresentativo, il calcio è un asset di fondamentale importanza del sistema socio-economico italiano.

Nell’indotto economico generato dal calcio una quota sempre maggiore è garantita dagli introiti derivanti dalle scommesse (betting, se vogliamo usare un termine anglofono).

Le scommesse sul calcio nel nostro Paese valgono più di 8 miliardi di euro in raccolta.

Nel 2018 le scommesse sportive hanno raccolto complessivamente più di 11 miliardi di euro: di questi, 8 miliardi di euro sono stati raccolti da scommesse sul calcio (circa 3,1 miliardi provenienti dalla raccolta fisica, le agenzie presenti sul territorio, mentre ben 4,9 miliardi provenienti dalle scommesse online).

Un volume d’affari non indifferente, anzi, che comporta un ritorno economico anche per le casse dello Stato. Nel 2018 il gettito erariale derivante dalle scommesse calcistiche è stato di oltre 190 milioni di euro, contro i 133 milioni dell’anno precedente.

Dal 1998, anno in cui furono legalizzate, le scommesse calcio hanno fatto registrare fatturati in costante crescita, fino a raggiungere numeri da capogiro, tanto da diventare se non indispensabili, comunque molto importanti per il sistema calcio italiano.

Pandemia e Lockdown: Una crisi senza precedenti

Tutto questo prima della pandemia di COVID-19.

Il lockdown imposto a causa della pandemia ha bloccato gran parte delle attività sportive (e non solo) del pianeta.

Una mazzata che ha colpito duramente tanti settori, tra cui anche il calcio italiano.

Con l’interruzione di tutti i campionati professionisti, il settore delle scommesse calcio e dei casino italiani o esteri, come i casino con criptovalute, ha dovuto affrontare – e sta tutt’oggi affrontando – una crisi senza precedenti; sicuramente il periodo più buio della loro storia.

Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei primi cinque mesi del 2019 gli introiti delle scommesse si sono ridotti di oltre l’80% rispetto all’anno precedente.

Una crisi che ha messo a dura prova l’intero settore, destinata a far sentire i suoi effetti sul bilancio complessivo dell’anno. È impossibile, infatti, pensare ad un recupero della mancata raccolta nell’arco dei prossimi mesi.

In una recente intervista, Moreno Marasco presidente di Logico (Lega Operatori Gioco su Canale Online) ha dichiarato:

«non ci sono manifestazioni sportive di rilievo, gli scommettitori hanno poca liquidità a causa della crisi, i punti vendita sono chiusi e il settore scommesse riesce appena a sopravvivere. In sintesi, il paziente “betting” sta molto male. I dati di aprile rivelano un drammatico -72% rispetto all’analogo mese del 2019, e nonostante il momento drammatico il governo pensa di risolvere il problema aumentando pesantemente la tassazione del settore: i prelievi aggiuntivi vanno dallo 0,35 all’1% della raccolta, che si traduce in un aumento della tassazione del fatturato degli operatori legali compreso tra il 30% ed 100%».

Scommesse calcio: Prospettive ed Aspettative

Con il parziale rientro dell’emergenza sanitaria, i governi di diversi Paesi europei hanno iniziato a programmare la ripresa di molte attività, compresi i campionati di calcio.

La prima a ripartire è stata la Bundensliga. Con la ripartenza del campionato tedesco si è rimesso in moto tutto il settore delle scommesse del calcio.

Seguendo il protocollo adottato in Germania, altri Paesi hanno ufficializzato la ripresa del rispettivi campionati, per la gioia dei tifosi (costretti a guardare le partite in televisione) e dei bookmakers.

Il 28 maggio, al termine dell’incontro in videoconferenza con i vertici del calcio, il Ministro Spadafora ha annunciato che la Serie A e la Serie B ripartiranno il 20 giugno.

Ad eccezione di Francia, Olanda e Belgio, che hanno deciso di congelare le classifiche e sospendere definitivamente la stagione, le scommesse calcio riprenderanno in quasi tutti i principali campionati.

Terminati i campionati nazionali, gli scommettitori potranno dedicarsi alle competizioni europee, quali Champions League ed Europa League.

Insomma la ripresa si preannuncia particolarmente intensa ed eccitante. Tifosi e bookmakers intravedono la luce in fondo al tunnel, incrociano le dita e scalpitano per buttarsi alle spalle questo periodo buio.

Scommesse calcio in Italia

Per quel che riguarda il settore delle scommesse calcio in Italia c’e ancora molto da fare.

Uno dei primi temi da affrontare è sicuramente il cosiddetto Decreto Dignità, decreto legislativo introdotto dal governo Conte nel 2018 nell’ambito della lotta alla ludopatia (la dipendenza dal gioco d’azzardo), che proibisce la pubblicità a giochi e scommesse con vincite e premi in denaro.

Tuttavia, invece di colpire i giocatori d’azzardo, tale decreto ha penalizzato soprattutto il mondo dello sport e quello dei media. Solo per limitarsi al mondo del calcio, su cui si concentrano i maggiori volumi di scommesse, il divieto di pubblicità imposto alle società di betting sta provocando un danno da mancati introiti stimato nell’ordine dei 150 milioni di euro a stagione.

Soldi svaniti, nonostante le scommesse sportive rappresentino uno dei principali introiti dello Stato.

Vari osservatori hanno fatto notare come sarebbe stato più logico inasprire pene e controlli sul gioco illegale (in aumento), anziché vietare la pubblicita e l’informazione su quello legale.

Ancor prima della pandemia, il calcio aveva espressamente richiesto al governo di modificare tale decreto. Una richiesta che, per il momento, è ignorata dalla politica, nonostante tra le prime attività destinate a ripartire nella Fase 2 vi siano proprio quelle legate al betting.